Ogni anno, da diciotto anni, si tiene all’Università di Reading, il “Loebner Prize”, una competizione sull’intelligenza artificiale al termine della quale viene assegnato un premio al chatterbot (robot software in grado di simulare un discorso umano) considerato dai giudici il più simile alla mente umana.

Il concorso mette in pratica quello che è un normale test di Turing.elbot21

Questo test è una delle prime cose che mi è stata insegnata all’università e serve per capire fino a che punto arriva l’abilità di un computer nello svolgere funzioni e ragionamenti tipici della mente umana. Durante la prova una macchina, che viene sottoposta ad una conversazione su qualsiasi argomento, cerca di far credere ai giudici di essere un umano. Se le risposte del computer sono indistinguibili da quelle di un essere umano, possiamo dire che la macchina è “pensante”.

Fino ad oggi nessuna macchina è riuscita a superare questo test, ma vediamo insieme cosa è successo nell’ultima edizione del “Loebner Prize”.

Ecco i finalisti dell’edizione di quest’anno.

elbot 

Nella finale del 12 ottobre 2008, mentre le macchine cercavano di confondere le acque e il giudizio degli inquisitori, i loro programmatori puntavano alla vittoria di una medaglia d’oro e di un premio di 100 mila dollari offerti dal Loebner Prize in Artificial Intelligence.

Dalla competizione è uscito vincente Elbot, il chabot sviluppato dal ricercatore Fred Roberts che è quasi riuscito a superare il test di Turing. Il robot, in un colloquio di cinque minuti è stato scambiato per un essere umano dal 25% dei suoi interlocutori, mentre il test di Touring fissa al 30% il limite per considerare una macchina “pensante”.

Anche se Elbot è quasi riuscito nell’impresa, possiamo ancora affermare che nessuna macchina è stata mai in grado di superare il “test di Turing”; se questo dovesse accadere sarebbe la più importante conquista nell’ambito dell’intelligenza artificiale dopo che Deep Blue della IBM nel 1996/97 era riuscito a battere il campione del mondo Kasparov in una serie di partite a scacchi.

Se volete provare a testare una macchina da casa vostra potete conversare con Alice (Artificial.Linguistic.Internet.Computer.Entity), una delle macchine che ha partecipato al Loebner Prize.

Provate a farle delle domande e fateci sapere cosa salta fuori dalla vostra conversazione.

 

Ch


In questo momento di caos (ci sono gli esami alle porte e il lavoro non mi molla un attimo) trovo un minutino per segnalrvi un programma estremamente semplice ma che al contempo permette di editare le vostre immagini donando un effetto davvero particolare. L’effetto “specchiato” mi è sempre piaciuto molto, ma sul PC di casa non ho Photoshop… una valida alternativa via web? Image Reflection Generator.
L’importazione dell’immagine è davvero semplice (hai la possibilità di incollare l’URL di un’ immagine o di sfogliare in locale sul tuo PC), in più puoi personalizzare l’effetto desiderato. Ecco un esempio:

Carino, no? A presto

Da


Riordinare armadi e cassettiere è l’incubo della maggior parte delle persone che vivono in questo pianeta.

Ecco qui, un modo facile facile e soprattutto veloce, per poter  piegare le tue magliette; neanche la casalinga più allenata pòtrà battere questo record giapponese di 3-4 secondi a maglietta.

Inizialmente ero scettica ma alla fine pure io ho ceduto alla tentazione di imparare il modo per riordinare più in fretta il mio armadio. I primi tentativi sono stati disastrosi ma dopo aver visto cinque volte il video… vi assicuro che ci prenderete la mano e ringrazierete il popolo orientale per la capacità di inventare sempre qualcosa di bizzarro.

 

 

Se invece questo metodo vi da l’impressione di poter ottenere si una buona piegatura ma imprecisa, allora munitevi di scatolone e forbici e seguite le istruzioni di quest’altro video.

Vi assicura la perfezione per la vostra maglietta.

Provateci e fateci sapere…

 

Ch

 


Lavorando a stretto contatto con Internet ho scoperto nel corso di questi anni numerose utilities care ai redattori dei siti web. Semplici programmi che però, spesso, risolvono grandi problemi. Ve ne segnalo alcuni:

Color Pix: E’ una piccola utility semplice da utilizzare che ti permette, puntando il mouse su un colore qualsiasi del monitor, di visualizzare il colore in formato RGB, hex, HTML, CMYK e HSV. I valori possono poi essere impiegati in altri programmi. Utilissimo quando hai bisogno di ricreare un’immagine o un testo con una particolare gradazione cromatica.

Colour Contrast Analyser: Strumento per testare le combinazioni di colore sfondo & primo piano, allo scopo di determinare se sono in grado di fornire un buon livello di visibilità. Inoltre sono previste funzionalità per creare delle simulazioni di alcune tipiche condizioni legate alla cecità dei colori. Da utilizzare per testare, in parte, l’accessibilità del tuo sito.

Blocco note: Strumento di Windows che permette di eliminare la formattazione di un testo. Ideale per evitare che in una stessa pagina compaia del testo formattato con font e carattere differenti.

W3C Validator: Strumento gratuito per verificare, una volta realizzata la propria pagina web, automaticamente (e gratuitamente), la presenza di errori. Il W3C validator va utilizzato quando vuoi verificare che una pagina web sia conforme agli standard di accessibilità e che quindi permetta la corretta visualizzazione della pagina a tutti gli utenti.

Gimp: Un editor grafico gratuito che permette di modificare e personalizzare le nostre immagini.

Spero che questi strumenti possano esservi d’aiuto e se ne conoscete degli altri…SEGNALATELI!

A presto

Da


Che relax, sono appena tornata da quattro bellissimi giorni passati al sud Italia.

Sono stata ospite, a Pisticci, in casa di una famiglia lucana che mi ha fatto conoscere i sapori della loro terra e mi ha portato a visitare posti sperduti ma ricchi di magia.

Pisticci è un paesino in provincia di Matera, dalle case bianche e le strade strette, ubicato come la maggior parte dei paesini della Basilicata in cima ad un colle; è il paese del famoso “Amaro Lucano” e del mio fidanzato.

In questi giorni abbiamo visitato Maratea, con il suo Cristo che ricorda Rio de Janeiro e la spiaggia nera, Matera, con la sua affascinante storia raccontata dai famosi “sassi” e un altro piccolissimo paesino che mi ha colpito particolarmente: Craco.

Lo si potrebbe definire paese fantasma dato che oggi non ci vive neanche un’abitante se non un vecchio pastore che cura il suo bestiame. Arrivati ai piedi del colle, tre secondi d’incanto: sembrava di osservare una vecchia cartolina in bianco e nero, statica, case e piazzette vuote e immobili. Nessuno spostamento se non quello delle foglie che il vento muoveva.

Nel 1963 gli abitanti di questo paesino vennero evacuati verso le campagne a valle. L’evacuazione avvenne nel giro di pochi giorni e questo è ancora oggi visibile: appena entrati nelle prime case del villaggio solitario lo scenario è impressionante: caminetti, scale intatte, portoni, finestre e chiavi nelle serrature davano un’aria di vivo; vecchie scodelle e alcuni utensili erano rimasti a loro posto. Un’ansia nel girare tra le case. Il silenzio veniva rotto solo dal ronzio di vespe e cinguettare di uccellini. Siamo riusciti a visitare soltanto le prime case anche perché più in alto salivi e più buchi neri nel terreno e cedimenti dei muri davano la chiara indicazione di fermarsi. D’altronde il motivo di quell’evacuazione è stata una frana provocata dalla realizzazione di una fognatura che non tenne conto della situazione geologica del terreno.

Certo che è stata una vista che mi ha tenuto il cuore in gola! Ad ogni movimento avevo paura spuntasse qualcuno. E’ sicuramente un luogo da visitare se sei una persona dai nervi saldi e difficilmente impressionabile.

Craco, forse anche per l’alchimia che trasmettere, è stato lo sfondo di alcune scene del film “Cristo si è fermato a Eboli” del 1979 di Francesco Rosi.

Se volete fare un viaggio virtuale nell’antica Lucania e scoprire questa terra, andate a vedere questo video, chissà, forse dopo potrete decidere di organizzare un viaggio tranquillo alla scoperta dell’autenticità di questa terra spesso poco pubblicizzata e conosciuta.

 

Ch


Beh, dopo una lunga (anzi lunghissima) giornata di lavoro ho proprio voglia di svagarmi un po’. Navigo alla ricerca del nulla, saltellando da un sito all’altro, cercando qualcosa che mi faccia scaricare lo stress giornaliero. Il web pullula di siti strani,originali, bizzarri, a volte inutili, che riescono però a darti 15 minuti di leggerezza (con più di 15 minuti, a volte, ci si imbatte nella navigazione sterile).

Ve ne segnalo alcuni:

Webcam su una mucca: Grande Fratello in chiave animalesca che ha come protagonista una vacca.
The BlockCAD Home Page: gioca coi mitici LEGO sul tuo PC!
Transparent Screens: simpatiche immagini di monitor “trasparenti”
Find Sounds: trova su Internet qualunque tipo di suono
Don’t click: per navigare all’interno di questo sito non occorre cliccare da nessuna parte
Nota disciplinare: le più pittoresche note da 7 in condotta
Gallo a comando: basta inserire nella barra un verbo (in Inglese) e lui fa ciò che tu gli ordini…

Se avete tra i preferiti dei siti che meritano, segnalateli!

Scusate per la leggerezza del post, ma oggi è stata una giornataccia 🙂

A presto

Da


Una nuova guida all’uso dei parchi di Reggio, ricca di informazioni pratiche, di parole e immagini raccolte tra chi ama frequentarli. Voglio segnalarvi questa pubblicazione, realizzata dal Comune di Reggio Emilia, che informa sui parchi presenti a Reggio. Una risorsa importante che ti permette di scoprire nuovi luoghi in cui rilassarti, studiare e passare del tempo libero con gli amici.
La pubblicazione raccoglie, oltre all’elenco degli spazi verdi in città, storie e testimonianze di chi frequenta i parchi, di chi lì ha vissuto esperienze e possiede ricordi a “sfondo verde”. E collegandoti al sito http://www.ambientarsinaturale.comune.re.it puoi inserire anche tu la tua storia (previa registrazione) così da far crescere questa raccolta di esperienze di vita!

Una gran bella iniziativa…Partecipa anche tu!

Da


E’ una domanda che mi sono posta molte volte, soprattutto in fase di progettazione o di restyling di uno spazio web. E mi ha incuriosita molto uno strumento che pare dia una risposta a questo quesito. Collegandosi al sito http://www.feng-gui.com/, effettuando l’upload di uno screenshot della pagina che si vuole analizzare, si ha la possibilità di visualizzare in quale punto della pagina si concentra l’attenzione dei nostri visitatori. Infatti il logaritmo su cui si basa questo sistema è in grado di simulare la visione umana durante i primi 5 secondi di esposizione ad una immagine.

Questo è un esempio di mappatura delle “zone calde”.


Bello entrare, anche per soli 5 secondi, nella mente degli utenti…

A presto

Da

NB L’analisi di pagine web prende in considerazione la posizione degli elementi a livello grafico e non indaga sui significati delle etichette e dei contenuti.


La fotografia digitale: grande scoperta!

Rispetto alla tradizionale tecnica fotografica oggi il digitale ci permette di scattare centinaia di fotografie senza la paura di sprecarne nessuna e, inoltre, ha risolto il problema della grande quantità di spazio di cui tutti necessitavano per conservare i ricordi di tutta una vita.

Io sono una fan della digitale; faccio un sacco di foto; adoro scattare foto!

Penso che ben presto mi iscriverò ad un corso per imparare le migliori tecniche e così iniziare a coltivare questa passione. Intanto mi sono preoccupata di trovare una soluzione al troppo tempo perso ogni volta che ho bisogno di recuperare una foto nel mio computer: ho installato PICASA, il software marchiato Google.

Questo software mi aiuta con l’archiviazione e la ricerca delle mie foto, così risparmio tempo ed evito di passare delle ore a ispezionare cartelle e sub-cartelle. Funziona un po’ come il motore di ricerca Google ma lavora all’interno del proprio computer.

Mi piace, ha una bella interfaccia grafica, chiara e intuitiva; mi permette di dare sfogo alla mia fantasia grazie alla possibilità di intervenire sulla qualità della foto con ritocchi, effetti grafici, creazione di poster e collages di immagini.

Prima cosa elimino sempre gli occhi rossi e poi se una foto non mi “soddisfa” inizio a sperimentare le varie funzioni, modalità seppia, colori caldi o cambio di luminosità, fino a esplorare le funzioni più sofisticate come il cambio dell’angolo di ripresa della fotografia, con un risultato: “foto particolare e degna di essere conservata tra i ricordi”.

Per i più professionali c’è anche la funzione di intervenire sulla visualizzazione dei dati EXIF di Picasa; questa finestra mostra tutti i dati della fotocamera memorizzati nel file originale dell’immagine: modello di macchina fotografica, data di ripresa e persino l’indicazione dell’utilizzo o meno del flash. Nella vista EXIF appare un grafico in tempo reale che mostra l’intensità dei colori nell’immagine e come questi cambiano quando apporti delle modifiche.

Appena installi Picasa, il software automaticamente scansiona il tuo disco rigido e individua tutte le immagini che hai organizzandole in album sistemati per data e nome. Una volta installato vi consiglio di inserire delle parole chiave all’immagine così riuscirete immediatamente a ritrovarle.

Un’altra utilità è la possibilità di condividere le immagini in internet, puoi inviarle per e-mail, stamparle, creare CD e persino postarle nel tuo blog. Quando invii una foto tramite Picasa tutti i tuoi amici potranno riceverle senza problemi perché Picasa automaticamente ridimensiona e allega le immagini ai messaggi di posta elettronica, eliminando così i problemi legati alla pesantezza degli allegati.

Se non hai voglia di “smanettare” e conosci bene l’inglese guarda questo video dove vengono spiegate, fase per fase, tutte le funzionalità di PICASA:

Buon divertimento e un grazie particolare a Google e alla fotografia digitale!

Ch


Ho sempre odiato le regole ma adesso sento che ci sono alcuni ambiti della mia vita in cui le regole sono necessarie. Ci vuole un pò d’ordine. In amore forse è meglio lasciar stare precetti e direttive (non parlo ovviamente delle regole di buon senso!!) ma quando si tratta di lavoro avere un METODO  “è cosa buona e giusta”. Il metodo è l’orologio circadiano del tuo progetto, colui che scandisce con precisione il susseguirsi delle fasi di sviluppo di ciò che stai creando.
Viste un pò di cose che ultimamente non mi sono andate a genio ho cercato di buttar giù un piccolo diagramma di flusso che descriva quali sono gli step principali da seguire durante la fase evolutiva di un progetto. Ovviamente un buon metodo di lavoro, a mio avviso, non può e non deve essere universale, ma va perfezionato secondo le attitudini e le esigenze del gruppo di lavoro. Ho detto ‘perfezionato’ e non ‘stravolto’. Le basi di un buon metodo di lavoro sono dettate dal buon senso, che di solito è condiviso dalla maggior parte delle persone.

Ecco quali sono secondo me i punti cardine nello sviluppo di un progetto:
Identificazione dello scenario

– Chi è il committente.
– Perchè si intende realizzare questo progetto (obiettivi)
– Come si intende realizzare il progetto (azioni, planning)
– Quali sono le risorse disponibili.
– Qual è il nostro ambito decisionale.

Fase 0

– Analisi dei punti precedenti
Fase 1
– Impostazione del progetto
– Decidere insieme al committente quali sono le priorità
– Definizione delle criticità (se esistenti) e progettazione del Problem solving

Fase 2

– Analisi del lavoro fatto finora e feedback del committente

Se ricevuto l’ok dal committente
:
– Conclusione del progetto
– Analisi dei risultati

Se non è stato ricevuto l’ok dal committente
:
– Ritorno alla Fase 1

Ovviamente, a seconda del progetto, aggiungete ‘Varie ed eventuali’.

Spero che questi punti possano esservi d’aiuto. Ma soprattutto spero che aiutino me. 😀

A presto

Da